lunedì 15 ottobre 2007

Neri Marcorè - Una vita da Prodiano - prima parte

Il Blog di Diecemmezzo, libro sulla Tramvia Firenze-Scandicci

Segnalo a tutti il il blog di Laura Talia e Serena Guerzoni, che hanno da poco scritto e pubblicato un libro su tutti gli scempi più o meno evidenti causati a Firenze e dintorni dalla construenda Tramvia... leggere per credere!

Oggi è il Blog Action Day per l'Ambiente

Contribuisco alla giornata segnalando il prezioso sito Detersivi bioallegri, che contiene moltissimi preziosi consigli pratici. Il sito distribuisce gratuitamente anche il manuale in formato PDF con molte ricette per detergenti economici ed efficaci, oltre che ecologici!!

Thomas Sankara

Dal sito di Genitori Che...


ricevo da Gaia e pubblico!

Il 15 Ottobre 1987, esattamente 20 anni fa, veniva assassinato Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso. E forse, in un’Africa abituata e rassegnata ad essere governata da fantocci dell’Occidente, da élite corrotte e supine ai dettami delle istituzioni economici internazionali, era prevedibile che andasse a finire così. Perchè Sankara era un vero rivoluzionario che aveva a cuore il bene e il progresso del suo popolo e dell’Africa tutta. Il 4 agosto 1983, in Alto Volta, Sankara arrivò al potere con un colpo di stato incruento e senza spargimento di sangue. Uno dei primi atti del suo governo è significativo di quello che verrà: il Paese, ex colonia francese, abbandonò subito il nome coloniale e divenne Burkina Faso, il "Paese degli uomini integri”. E proprio l’integrità morale fu uno dei pilastri della sua azione e da lì partì per tagliare i ponti con il passato. In quell’anno il tasso di mortalità infantile del paese arrivava al 19% (ogni cinque bambini nati, uno non arrivava a compiere un anno), il tasso di alfabetizzazione al 2%, la speranza di vita era di soli 44 anni, c’era un medico ogni 50mila abitanti. In questa situazione i primi tagli di Sankara furono per la classe dirigente: le auto blu destinate agli alti funzionari statali vennero sostituite con utilitarie, ai lavori pubblici erano tenuti a partecipare anche i ministri, lui stesso viveva in una casa di Ouagadougou, la capitale del Paese, che per nulla si differenziava dalle altre, Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche. In soli 4 anni di governo riuscì a realizzare riforme sociali epocali e cambiò il volto del paese: lottò per valorizzare la figura dei contadini dando loro più potere, mise la natura tra le sue priorità tentando di fermare l'avanzata del deserto attraverso la riforestazione, fu fautore di una lotta senza quartiere agli abusi e nutrì una particolare attenzione nei riguardi delle donne (il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l’infibulazione e la poligamia e promosse la contraccezione), in poco tempo il 60 per cento dei bambini fu vaccinato contro il morbillo, la meningite e la febbre gialla (e questa, secondo l’Unicef fu una delle più belle imprese mai realizzate in Africa), la percentuale dei bambini scolarizzati salì di un terzo. L’economia ritrovò vigore, i conti pubblici vennero gestiti con oculatezza, la corruzione fu ridotta a livelli bassissimi (un caso quasi unico in Africa) e tutti i principali indici della qualità della vita - mortalità infantile, età media, scolarizzazione - migliorarono. Anche sul piano internazionale fu innovatore e precursore: invocò il disarmo, invocò misure a favore dell'occupazione, della tutela ambientale, della pace tra i popoli e mentre, in un nuovo colonialismo, le multinazionali invadevano le ricche terre d’Africa e i gli Stati del Nord del mondo imponevano condizioni commerciali che impedivano lo sviluppo dell’Africa, schiacciata tra debito estero e calamità naturali, invitò i paesi africani a non pagare il debito estero per concentrare gli sforzi su una politica economica che colmasse il ritardo imposto da decenni di dominazione coloniale e anche culturale. Nel 1986 durante i lavori della 25° sessione dell'Organizzazione per l'Unità Africana molto semplicemente disse: Noi siamo estranei alla creazione di questo debito e dunque non dobbiamo pagarlo. [...] Il debito nella sua forma attuale è una riconquista coloniale organizzata con perizia. [...] Se noi non paghiamo, i prestatori di capitali non moriranno, ne siamo sicuri; se invece paghiamo, saremo noi a morire, possiamo esserne altrettanto certi. Spinse fortemente verso un processo di unione di tutti gli stati del continente, che doveva diventare un'entità politica coesa e rispettata sul piano internazionale. In un’altra occasione, dinanzi alle Nazioni Unite, disse: Parlo in nome delle madri che nei nostri Paesi impoveriti vedono i propri figli morire di malaria o di diarrea, senza sapere dei semplici mezzi che la scienza delle multinazionali non offre loro, preferendo investire nei laboratori cosmetici o nella chirurgia plastica a beneficio del capriccio di pochi uomini e donne il cui fascino è minacciato dagli eccessi di assunzione calorica nei loro pasti, così abbondanti e regolari da dare le vertigini a noi del Sahel. Un discorso modernissimo e quanto mai attuale. Per questo dall’Africa di Thomas Sankara e dal patrimonio culturale africano viene una lezione per tutti, per indurci ad una visione più armoniosa e più equilibrata della vita, per costruire una “società sostenibile” che abbia al centro relazioni sociali e non delle relazioni puramente economiche. Per questo non stupisce che dall’anno della sua morte continuino a nascere attraverso il mondo organizzazioni politiche e associazioni che sottolineano la necessità di inseguire il suo operato. Il progetto Bibliothèque, promosso dall’associazione GenitoriChe sarebbe certamente piaciuto a Thomas Sankara e noi siamo particolarmente felici che questo progetto sarà realizzato proprio in Burkina Faso.

Per saperne di più: Thomas Sankara su Wikipedia Missionari d'Africa